Borragine Selvatica

Nome scientifico: Simphytum tuberosum L.
Famiglia: Boraginaceae
Nome volgare italiano: Consolida femmina, borragine selvatica

Descrizione
Pianta erbacea perenne, con rizoma piuttosto grande, allungato e caratterizzato da alcune nodosità tuberose più o meno ravvicinate. Il fusto, angoloso, parzialmente alato, semplice o poco ramoso nella parte superiore, è alto 30-50 cm. Le foglie, di colore verde-opaco chiazzato di bianco, sono obovate (3-4×7-9 cm) e con apice riflesso verso il basso; inoltre sono lungamente picciolate quelle inferiori, brevemente le medie, sessili e leggermente decorrenti sul fusto le superiori. I fiori, di colore giallo-pallido, con stilo appena sporgente dalla corolla, sono tubuliformi (lunghi 14-18 mm), peduncolati e riuniti in grappoli unilaterali. Il frutto (achenio) è di colore nerastro e lungo fino a 4 mm.

Biologia
Geofita rizomatosa. Fiorisce in aprile-maggio ed i frutti maturano all’inizio dell’autunno. Si propaga per seme.
Numero cromosomico: 2n=44.

Distribuzione
E’ specie sud-est europea, cioè con areale esteso sull’Europa centro-meridionale e sud-orientale. In Italia è comune in tutte le regioni fatta eccezione per le isole. Nelle Marche è presente dalle prime colline fino ai 1200-1300 m di altitudine. Nella Selva è specie abbastanza diffusa ed in alcuni tratti forma dei piccoli popolamenti quasi puri.

Ecologia
E’ pianta che predilige i luoghi ombrosi, rinvenendosi nei boschi di leccio, di querce caducifoglie, di carpino nero e di castagno; è inoltre comune nelle siepi e lungo i fossi.

Note
Questa specie non ha interesse officinale, contrariamente all’affine Symphytum officinale, il quale, ad essere molto utilizzato in erboristeria per le proprietà astringenti (dovute alla notevole presenza di tannino nelle radici), si distingue, in particolare, per la mancanza delle nodosità tuberose sul rizoma e per i fiori di colore violetto (raramente bianco-giallastro). La consolida femmina è inoltre molto simile a Symphytum bulbosum il quale si differenzia: per il rizoma più sottile e privo di nodosità tuberose; per la presenza sulle foglie di peli più lunghi; per la corolla (da cui oltre allo stilo sporgono anche gli stami) leggermente più piccola e più incisa alla fauce.